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Hanno ucciso l'uomo ragno: cosa c'è di vero e cosa no nella serie tv

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Tutto quello che dobbiamo sapere sulla serie tv Hanno ucciso l'uomo ragno

"Hanno ucciso l'uomo ragno" è la serie tv rivelazione di Sky, che ci ha raccontato con la sua prima stagione (ne è prevista anche una seconda) la storia degli 883, il duo musicale composto da Max Pezzali e Mauro Repetto che ha cambiato per sempre il volto della musica pop del nostro paese. Cosa c'è di vero e cosa invece non lo è ed è romanzato nella miniserie televisiva diretta da Sydney Sibilia?

"Hanno ucciso l'Uomo Ragno - La leggendaria storia degli 883", questo il titolo completo, racconta gli esordi della band degli 883 nella Pavia degli anni Novanta. A interpretare Max Pezzali e Mauro Repetto sono gli attori Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli. In otto episodi si può scoprire tutto quello che c'è da sapere sulla nascita di un mito, anche se, ovviamente, la storia è stata un po' romanzata.

A svelare cosa è reale e cosa non lo è in questa serie tv è stata la moglie dello stesso Max Pezzali, Debora Pelamatti. In un post su Facebook dedicato ai fan della band e di questa serie dei record ha detto che alcuni episodi sono finzione, come ad esempio quando Max Pezzali e Mauro Repetto hanno catturato un rospo per fare colpo sul famoso deejay Gozzard. Non è vero, inoltre, che Sergio, il padre di Pezzali, ha comprato tutti quegli strumenti musicali, mentre alcuni riferimenti temporali non sono del tutto reali (come il fatto che il cantante Max si è diplomato prima). Non è nemmeno vero che il soprannome Max gli è stato dato dal suo compagno di scuola. Anche Silvia, la ragazza che fa battere il cuore al frontman, non esiste, ma è la rappresentazione di tutte le donne che hanno ispirato canzoni d'amore diventate iconiche.

Tutto il resto è più o meno vero e racconta di come Max e Mauro si sono incontrati a scuola e da lì hanno creato qualcosa di grande, fino a quando non si sono divisi per prendere strade diverse. Strade che adesso si sono incrociate di nuovo grazie alla serie tv che porta il titolo di una delle loro canzoni più celebri.

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