Indice dell'articolo
Il gap year, o anno sabbatico, è un periodo di tempo che una persona decide di prendersi per dedicarsi a se stessa o a qualcosa che ha sempre voluto fare. Di solito viene preso tra un ciclo di studi e l'altro, come ad esempio al superamento dell'Esame di Maturità o alla fine degli studi universitari, ma capita di decidere di iniziarlo anche durante il percorso scolastico stesso oppure anche mentre si lavora. Scopriamo cos'è l'anno sabbatico e come si prende, soprattutto se si è dipendenti.
Cos'è l'anno sabbatico
Anno sabbatico è un termine che deriva dall'ebraico shabbat, che significa sabato, il giorno del riposo per gli ebrei: ogni sette anni in questa giornata si lasciavano gli schiavi liberi. Definito anche come "gap year", è un anno di "transizione" o di intervallo. Va molto in voga nei paesi anglosassoni, dove nel Settecento e nell'Ottocento le famiglie dell'alta società intraprendevano il Grand Tour, un viaggio di formazione in Europa.
Oggi da molti è considerato con un'accezione negativa, come la volontà di non far nulla per un anno intero, smettendo di studiare o di lavorare. Invece, può essere un'ottima occasione di crescita personale e professionale, a patto di sfruttarla al meglio.
Come prendere un anno sabbatico
Partiamo dal dire che non esiste un'età per prendersi un gap year. Di solito è la scelta fatta dai maturandi, prima di iniziare l'Università o di trovare un lavoro. Lo si fa perché non si hanno le idee chiare sul proprio futuro. Anche chi lavora potrebbe decidere di dire basta e prendersi un periodo di pausa, magari per ritrovare il proprio posto nel mondo, anche professionale. Bisogna pianificarlo, però, bene, per non ritrovarsi davvero a perdere il proprio tempo.
Se per gli studenti prendersi un anno sabbatico è più semplice, un po' più complicato lo è per i lavoratori dipendenti. In realtà è previsto dalla legge un periodo prolungato e non retribuito, ovviamente, di interruzione dall'attività lavorativa, a patto che si abbia lavorato nella stessa azienda per almeno cinque anni. Il datore di lavoro, però, non è tenuto per legge a concederlo, può valutare modalità e tempistiche con il dipendente che lo chiede con almeno 30 giorni di anticipo, così da poter sostituire il lavoratore in congedo.
Condividi