Quando accettiamo un lavoro, dovremmo sempre capire se lo stipendio che ci viene offerto è in linea con quanto previsto dalla legge o con quello che il mercato propone per la stessa esperienza e le stesse mansioni. Molto spesso quando arriviamo alla fine del mese e diamo un'occhiata alla busta paga ci rendiamo conto che forse è un po' poco quello che percepiamo, rispetto alla quantità di ore di lavoro che abbiamo svolto e all'impegno profuso per l'azienda. Come capire se lo stipendio è adeguato?
Sono diversi i modi che un lavoratore ha per capire se la cifra che riceve ogni mese è giusta per il lavoro che fa: ricordiamoci che è un nostro diritto essere pagati in modo adeguato, lo sancisce anche la Costituzione all'articolo 36. Nel nostro Paese, se è previsto per la nostra tipologia di impiego, esistono i CCNL, i Contratti Collettivi di Lavoro, che prevedono il minimo di retribuzione che un dipendente deve percepire. Sotto quella soglia non si deve mai scendere.
Possiamo anche valutare in altri modi se la nostra retribuzione è equilibrata o meno. Ad esempio, si può fare un confronto con dei colleghi che svolgono le stesse mansioni e hanno il nostro stesso livello di esperienza o di anzianità. Lo stesso confronto si potrebbe fare anche con aziende concorrenti, anche se di solito è più difficile. Un chiarimento al CAF, dai sindacati o presso il nostro commercialista di fiducia potrebbe darci informazioni in più in merito.
Attenzione, però, a non confondersi tra loro e netto quando si fanno calcoli di questo tipo, perché spesso ci si confonde. Bisogna, infatti, valutare anche quante tasse vengono pagate sul nostro stipendio e quante altre voci di spesa ci sono in busta paga. Per le partite IVA, invece, il discorso è più articolato, perché essendo autonomi e freelance non sempre, anche in presenza di un Ordine professionale che dovrebbe gestire tariffari e diritti, si riesce a capire quale potrebbe essere la giusta retribuzione da percepire.
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