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Per andare in pensione, le leggi in Italia cambiano di continuo. Fare un prospetto preciso, soprattutto a distanza di tempo, è un po' difficile. Possiamo, però, iniziare a pensare ai modi che abbiamo per fare in modo che la data della pensione si avvicini sempre di più, anticipando magari i tempi. Sappiamo, infatti, che in Italia bisogna non solo avere una certa età, ma anche aver versato i contributi, che sono presenti in busta paga mese dopo mese (e che anche chi ha la partita iva paga). Come funzionano, invece, i contributi volontari e chi li può versare?
Cosa sono i contributi volontari INPS
I contributi volontari INPS sono somme che si versano per anticipare la pensione e smettere di lavorare in anticipo. Si possono versare se il lavoratore non ha ancora raggiunto i requisiti contributivi previsti dalla legge italiana per quello che riguarda la pensione. I contributi pensionistici vengono pagati dal lavoratore di tasca propria: non sono versati dal datore, ma aggiunti dal dipendente o dal professionista per accelerare i tempi. Si aggiungono ai contributi versati lavorando.
Come funzionano i contributi volontari
Per calcolare a quanto ammontano, si prendono in considerazione le ultime 52 settimane di retribuzione e si moltiplica il reddito per l'aliquota in vigore, che non è uguale per tutti. Se il reddito supera i 47.143 euro, si dovrà aggiungere l'1% in più. Pagando i contributi volontari che mancano per andare in pensione, si può smettere di lavorare prima.
Di solito la domanda viene fatta da chi è quasi arrivato: magari mancano pochi mesi alla pensione e si è perso il lavoro oppure manca solo un anno e si hanno soldi da parte per smettere prima di lavorare. La domanda per versarli va presentata all'INPS, che deve autorizzare il versamento. Chi versa dei contributi volontari può detrarli dalla dichiarazione dei redditi.
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