Great resignation, un termine inglese che in italiano traduciamo con "grandi dimissioni", per spiegare un fenomeno che interessa sempre più giovani under 35 anni. Giovani lavoratori che decidono di abbandonare il lavoro con dimissioni volontarie che negli ultimi tempi sono aumentate in modo vertiginoso. Aidp, l’Associazione italiana direzione personale, qualche tempo fa ha svelato i dati italiani su una tendenza che sembra sempre più prendere piede, per cambiare vita e cercare un modo per ristabilire il giusto equilibrio tra vita privata e lavoro.
Come il Quiet Quitting, anche le grandi dimissioni sono un fenomeno recente che, secondo Aidp, riguarda soprattutto i lavoratori con età compresa tra i 26 e i 35 anni, che lavorano per aziende del Nord Italia. Informatica, mondo digitale, produzione, vendite, marketing: questi i settori maggiorente colpiti da una tendenza che vede sempre più dipendenti annunciare le proprie dimissioni volontarie per trovare un nuovo impiego con condizioni economiche migliori e, soprattutto, di orario, per avere al di fuori del proprio lavoro una vita privata.
Il fenomeno ha iniziato a diffondersi negli Stati Uniti a inizio 2021, in piena pandemia da Coronavirus, e ben presto è arrivata anche in Italia. Millenial e Generazione Z sono le prime generazioni di lavoratori a prendere una posizione per quello che riguarda il benessere sul posto di lavoro. Non bisogna più esserne dipendenti, ma poter conciliare la vita in ufficio con la vita a casa in maniera armoniosa. La pandemia ha permesso di riflettere sull'importanza della qualità della vita, anche in riferimento agli orari lavorativi.
Il benessere del dipendente dovrebbe essere la priorità di ogni azienda, coinvolgendo i dipendenti, facendoli sentire parte integrante di un gruppo e di un progetto, e non solo più ingranaggi di un meccanismo che non li vede mai protagonista. Un fenomeno sociale da studiare e analizzare, nel quale è in gioco il futuro del mondo del lavoro.
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