Il fenomeno è sempre più forte, non solo tra i giovani, ma anche tra chi ha qualche anno in più sulle spalle. La tendenza di lasciare il "posto fisso" è in crescita. Con posto fisso non intendiamo solo il lavoro nella pubblica amministrazione (come ben narrato da Checco Zalone in un suo film), ma la "certezza" di avere uno stipendio fisso mensile, malattia, ferie, permessi e tanti altri diritti che, di solito, non sono garantiti a chi, ad esempio, è libero professionista. Quali sono i pro e i contro di questa scelta?
Il cambiamento fa parte della nostra vita. Quando, però, decidiamo di stravolgere la nostra esistenza (e non solo dal punto di vista lavorativo) è bene ragionarci su con cura, valutando tutti i vantaggi e gli svantaggi che derivano dalla nostra scelta. Potremmo aver bisogno di cambiare e di licenziarci, pur avendo un contratto a tempo indeterminato, perché siamo stanchi della solita routine, non sopportiamo più capi e colleghi, abbiamo bisogno di nuovi stimoli, la mansione che ci hanno dato ci sta stretta o, dal punto di vista economico, non siamo soddisfatti.
Esiste un termine inglese per questo fenomeno: Great Resignation, dimissioni di massa e volontarie che sono in aumento soprattutto dopo la pandemia. Prima di prendere una decisione del genere, dobbiamo stilare una lista degli aspetti positivi e di quelli negativi, così da valutare meglio il da farsi. I vantaggi di lasciare il posto fisso potrebbero essere:
- abbandonare un lavoro che ci sta stretto
- seguire le proprie ambizioni
- migliorare la propria professionalità
- allontanare ansia e stress provati di fronte a una mansione non gratificante
- ricevere un compenso idoneo
- trovare nuovi stimoli
E tra gli svantaggi?
- rinunciare a uno stipendio fisso mensile certo
- abbandonare tutti i diritti del lavoro dipendente (malattia, permessi, ferie, contributi)
- lasciare una stabilità per fare un salvo nel vuoto
- non sapere cosa fare dopo il licenziamento
A noi le valutazioni ora che conosciamo i pro e i contro!
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