Quante donne lavorano in Italia? Conoscere il tasso di occupazione femminile, per confrontarlo con i dati del passato, con quelli degli altri paesi europei e con il tasso di occupazione, invece, maschile, è fondamentale, per poter capire a che punto è la situazione del lavoro femminile in Italia. C'è ancora molto lavoro da fare per garantire la parità di genere in ambito occupazionale.
Per poter capire qual è la situazione attuale, dobbiamo far riferimento ai dati del Bilancio di genere 2021, del Dipartimento della ragioneria generale dello Stato. Secondo quanto riportato dal report, nel mese di agosto 2021 in Italia il tasso di occupazione femminile era pari al 48,9%, contro il 67,4% degli uomini. Si tratta della percentuale più bassa dal 2013. A rendere i numeri così preoccupanti ci ha pensato anche la pandemia da Covid-19, durante la quale le lavoratrici sono state le più colpite: tante donne con contratti precari o a termine, si sono ritrovate senza lavoro dall'oggi al domani.
Secondo quanto riportato dal report, tra i paesi membri dell'Unione Europea, ci sarebbero dei fattori di rischio da non sottovalutare: più sono i figli, più alto è il divario nei tassi di disoccupazione tra donne e uomini (senza figli è di soli 8 punti percentuali, con un figlio di 15, con 2 di 18, con 3 o più di ben 27 punti percentuali). Inoltre, un terzo delle donne lavoratrici ha un contratto part time, contro solo l'8% degli uomini: le quote più alte si trovano nei Paesi Bassi, in Austria, in Germania, in Belgio.
Infine, non dobbiamo assolutamente tralasciare il fatto che la percentuale delle donne disoccupate è superiore a quella degli uomini disoccupati di molti punti percentuali. Nel 2017 in Europa era del 7% e del 6,4% per gli uomini. Solamente in Olanda è lo stesso. Nel nostro paese, dal 2018 al 2021 il tasso di occupazione maschile è sempre stato superiore a quello femminile, che è passato dal 49,6% del 2018 al 49,4% del 2021,
Molto da dire, oltre al tasso di occupazione, ci sarebbe da raccontare in merito al gender pay gap, un altro divario che rende il lavoro femminile ancora più discriminato.
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