Ogni giorno la sveglia suona e noi ci prepariamo per affrontare una nuova giornata lavorativa. Tendenzialmente si lavora dal lunedì al venerdì per otto ore consecutive ogni giorno, anche se ci sono professioni che richiedono turni più corti o più lunghi, ma anche giornate lavorative differenti, che comprendono il sabato, la domenica e i festivi. Quando possiamo evitare di presentarci anche se dovremmo lavorare? Quali sono i validi motivi per non andare al lavoro?
Ogni dipendente può essere assente durante i giorni lavorativi per diversi motivi:
- malattia
- ferie
- infortunio sul lavoro
- assistenza a un parente con disabilità
- congedo di maternità
- congedo di paternità
- congedo matrimonio
- permessi di lavoro
- partecipazione ad assemblee sindacali
Per potersi assentare dal lavoro per questi validi e giustificati motivi, è necessario che il lavoratore lo comunichi al datore di lavoro, secondo le modalità previste dalla legge. In questi casi si parla di assenteismo giustificato, che non ha conseguenze sul rapporto di lavoro. Diversa la situazione quando il dipendente si assenta dal proprio luogo di lavoro, non svolgendo le proprie mansioni, senza dare notizia o senza avere un valido motivo.
In caso di assenteismo ingiustificato, il datore di lavoro potrebbe arrivare anche a prendere la decisione di licenziare il dipendente per giustificato motivo soggettivo o anche per giusta causa. Potrebbero anche essere previste, in alcuni casi, delle sanzioni penali per chi non segue le regole.
Si parla di assenteismo ingiustificato, dunque, quando il dipendente si assenta dal posto di lavoro senza dare una comunicazione al datore di lavoro, senza avere ottenuto un regolare permesso o avendo falsificato un certificato di malattia. Quando non si sta bene, bisogna, infatti, informare l'azienda e inviare il certificato redatto da un medico entro il terzo giorno dall'inizio della malattia stessa. Si tratta di un documento ufficiale, che va fatto seguendo tutte le norme previste dalla legge.
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