Lavorare nella sanità potrebbe essere un ottimo sbocco professionale, sia per chi sta uscendo ora dalle scuole dell'obbligo e vuole capire "cosa fare da grande", sia per chi già grande lo è diventato e vuole dare una svolta alla propria vita lavorativa. La pandemia da Covid ci ha insegnato che si tratta di un settore strategico, sul quale puntare lavorativamente parlando. Lavorare nel pubblico è possibile attraverso concorsi che a volte si fanno attendere, ma si può anche operare nel privato o in modo autonomo aprendo la partita IVA. Quali sono le professioni sanitarie regolarmente riconosciute nel nostro paese?
Il sito del ministero della Salute sottolinea che attualmente sono riconosciute 30 professioni sanitarie, per le quali esistono degli Ordini Professionali ai quali bisogno obbligatoriamente iscriversi per poter operare. Ci sarebbero 1.500.000 di professionisti che lavorano in strutture pubbliche e private.
Per quello che riguarda le professioni sanitarie, il ministero ricorda che attualmente esistono gli ordini professionali che regolamentano la professione per le seguenti figure:
- Medici chirurghi e Odontoiatri
- Veterinari
- Farmacisti
- Psicologi
- Chimici e Fisici
- Biologi
- Professioni infermieristiche
- Ostetriche
- Fisioterapisti
- Tecnici sanitari di Radiologia medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione
All'interno del sistema sanitario operano anche le Arti Ausiliarie delle Professioni sanitarie e gli Operatori di interesse sanitario. Per poter lavorare in questo settore, nel nostro paese bisogna aver conseguito la qualifica professionale, anche all'estero: ma, in questo caso, il ministero della Salute deve riconoscerla. Tutti gli operatori del sistema sanitario devono seguire corsi di formazione continua: per loro è messo a disposizione un sistema di formazione continua in medicina ECM, al quale accedere per trovare corsi gratuiti e a pagamento da seguire per ottenere i crediti annuali previsti da ogni ordine.
Ricordiamo, infine, che bisogna essere iscritti al relativo ordine per poter operare nel settore sanitario. Chi svolge questa attività in modo abusivo rischia la reclusione da sei mesi a tre anni e multe da 10mila a 50mila euro.
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