DONNE E LAVORO

Smart working: cosa cambia dal 2023

LEGGI IN 2'
A chi spetta lo smart working dal primo gennaio 2023?

Dal primo gennaio 2023 cambiano le regole per lo smart working, il lavoro agile che si può svolgere anche da casa. In tempi di lockdown, quarantene e pandemia è stato uno strumento utile per poter rimanere a casa, magari con i figli, continuando a lavorare, ovviamente se l'occupazione lo permetteva. Una convivenza spesso non facile per molti lavoratori e molte lavoratrici italiane. A partire dall'anno nuovo, però, il governo Meloni ha introdotto delle novità per poter accedere a questo tipo di lavoro.

Dal primo gennaio 2023 finisce lo smart working semplificato, introdotto dalle norme di emergenza stabilite nei due anni di pandemia. Così come viene meno la non obbligatorietà di avere un accordo firmato tra le parti che stabilisce l'introduzione di questa forma di organizzazione del lavoro.

Fino al 31 marzo 2023, è stata prorogata la possibilità per i lavoratori fragili di continuare ad operare a distanza, sia nel settore pubblico sia nel settore privato. Fonti di Montecitorio suggeriscono che potrebbero arrivare ulteriori proroghe fino alla fine dell'anno, per questi tutti i dipendenti considerati fragili: immunodepressi, pazienti oncologici, persone sottoposte a terapie salvavita, persone con disabilità gravi.

Le aziende possono continuare a utilizzare questa forma di organizzazione del lavoro, solo se, però, viene firmato un accordo tra datore di lavoro e lavoratore. Al primo spettano comunque mansioni di controllo della sicurezza sul luogo del lavoro, anche quando quest'ultimo non è la sede dell'azienda, ma un ufficio domestico o in coworking. Così come spetta all'azienda dotare i lavoratori di tutti gli strumenti idonei allo svolgimento del lavoro a distanza.

Viene tolta la tutela per i lavoratori con figli che hanno meno di 14 anni, anche se, come appena spiegato, rimane in vigore la norma che prevede che datore e lavoratore si possano accordare in caso di bisogno o di necessità. Quindi in tal caso, bisogna parlarne con il proprio capo per concordare eventuali modalità di lavoro a distanza.

Ti potrebbe interessare anche:

Iscriviti alla newsletter di donnad

Leggi tanti nuovi contenuti e scopri in anteprima le iniziative riservate alla community.