Le poesie erotiche riescono ad esprimere l’amore passionale con pathos e trasporto e sicuramente rientrano tra le citazioni da prendere in prestito per San Valentino e le occasioni speciali, le ricorrenze che coinvolgono la persona amata, i momenti in cui il partner è lontano e i versi sono uno dei modi per sentirlo vicino.
Ecco, dunque, una selezione di poesie d’amore seducenti, che evocano diverse sfumature ed aspetti dell’amore erotico, a volte anche con un accenno alla malinconia. Quindi, puoi sceglierle in base come ti senti e alla situazione amorosa che stai vivendo, per il 14 febbraio e non solo.
Se vuoi leggere altri versi, qui trovi quelli tratti dalle poesie d’amore; qui altre poesie passionali ispirate ai baci.
Ho fame della tua bocca di Pablo Neruda
Ho fame della tua bocca, della tua voce, del tuoi capelli
e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,
non mi sostiene il pane, l'alba mi sconvolge,
cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.
Sono affamato del tuo riso che scorre,
delle tue mani color di furioso granaio,
ho fame della pallida pietra delle tue unghie,
voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.
Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,
il naso sovrano dell'aitante volto,
voglio mangiare l'ombra fugace delle tue ciglia
e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,
cercandoti, cercando il tuo cuore caldo
come un puma nella solitudine di Quitratúe
Toccare di OCTAVIO PAZ
Le mie mani
aprono la cortina del tuo essere
ti vestono con altra nudità
scoprono i corpi del tuo corpo
le mie mani
inventano un altro corpo al tuo corpo.
Notti selvagge di Emily DICKINSON
(titolo ricavato dal primo verso)
Notti selvagge - Notti selvagge!
Fossi io con te
Notti selvagge sarebbero
La nostra voluttà!
Futili - i venti -
Per un Cuore in porto -
Via il Compasso -
Via la Mappa!
Vogare nell'Eden -
Ah, il Mare!
Potessi soltanto ormeggiare - stanotte -
In te!
Torna di Costantino KAVAFIS
Torna
Ritorna ancora e prendimi,
amata sensazione, ritorna e prendimi,
quando si ridesta viva la memoria
del corpo, e l'antico desiderio di nuovo si versa nel sangue,
quando le labbra e la pelle ricordano, e la carne,
e le mani come se ancora toccassero.
Ritorna ancora e prendimi, la notte,
quando le labbra ricordano, e la carne…
Sonetto 147 di SHAKESPEARE
Il mio amore è come una febbre, anelando sempre
a ciò che più a lungo ne alimenta il morbo,
nutrendosi di ciò che ne conserva il male,
per compiacere il volubile e malato appetito.
La mia ragione, medico del mio amore,
furiosa che le sue prescrizioni non vengano seguite,
m’ha abbandonato, e ora disperato scopro
che il desiderio è morte, e la medicina lo vietava.
Sono incurabile, ora che la ragione più non mi cura,
e, pazzo delirante per la continua agitazione,
i miei pensieri e i miei discorsi sono quelli dei folli,
vanamente formulati alla rinfusa, lontano dal vero;
perché ti ho giurata bella e ti ho pensata luminosa,
tu che sei nera come l’inferno, e buia come la notte.
Dal Cantico dei Cantici
Mi abbeveri di baci la tua bocca
Perché il tuo amore mi inebria più del vino
Di miele è l’odore del tuo alito,
È bello i tuoi profumi respirare
Il tuo nome è un unguento penetrato
Tramontata è la luna di Saffo
Tramontata è la luna
e le Pleiadi a mezzo della notte;
anche giovinezza già dilegua,
e ora nel mio letto resto sola.
Scuote l’anima mia Eros,
come vento sul monte
che irrompe entro le querce;
e scioglie le membra e le agita,
dolce amara indomabile belva.
Ma a me non ape, non miele;
e soffro e desidero.
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