PRIMA INFANZIA

Poesie su settembre da condividere con i bambini

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Le poesie settembrine da leggere e recitare con i bambini

Il mese di settembre porta con sé un nuovo corso e tanti buoni propositi. Tra giornate ancora fresche e assolate e weekend fuori porta i bambini possono approfittare delle ultime giornate calde a contatto con la natura. E’ il momento per condividere e leggere con i piccoli una serie di poesie a tema settembre. Con i più grandicelli possiamo imparare a memoria e ripetere qualche frase e recitarle in famiglia per la gioia di nonni e zii. 

Settembre

Verdi giardinetti,
chiare piazzole,
fonte verdognola
dove l'acqua sogna,
dove l'acqua muta
finisce sulla pietra. 

Le foglie d'un verde
vizzo, quasi nere
dell'acacia, il vento
di settembre le bacia,
e alcune si porta via
gialle, secche,
giocando, tra la bianca
polvere della terra.

(Antonio Machado)

Arietta settembrina

Ritornerà sul mare
la dolcezza dei venti
a schiuder le acque chiare
nel verde delle correnti.

Al porto sul veliero
di carrube l' estate
imbruna, resta nero
il cane delle sassate.

S' addorme la campagna
di limoni e d' arena
nel canto che si lagna
monotono di pena.

Così prossima al mondo
dei gracili segni,
tu riposi nel fondo
della dolcezza che spegni.

(Alfonso Gatto)

Settembre 

E dopo agosto, con la sua calura,
viene settembre, tiepida frescura.
L’estate non è morta, ma si ammala,
il giorno un po’ si accorcia, il sole cala.
Le foglie sono verdi, ma più stanche,
le belle abbronzature tornano bianche.
Il bosco ronza ancora, ma più quieto,
gli uccelli fanno un canto più segreto.
La scuola ricomincia a metà mese,
con cose note e con delle sorprese.
Lo zaino è più pesante, tira in basso,
quest’anno ti rallenta un poco il passo.
Gli amici e le amiche sono quelli,
ma sono un po’ più alti, un po’ più snelli.
Invece la maestra è sempre uguale:
se è una maestra nuova, meno male.

(Roberto Piumini) 

Sventatezza

Ricordo un pomeriggio di settembre,
sul Montello. Io, ancora una bambina,
col trecciolino smilzo ed un prurito
di pazze corse su per le ginocchia.
Mio padre, rannicchiato dentro un andito
scavato in un rialzo del terreno,
mi additava attraverso una fessura
il Piave e le colline; mi parlava
della guerra, di sé, dei suoi soldati.
Nell’ombra, l’erba gelida e affilata
mi sfiorava i polpacci: sotto terra,
le radici succhiavan forse ancora
qualche goccia di sangue. Ma io ardevo
dal desiderio di scattare fuori,
nell’invadente sole, per raccogliere
un pugnetto di more da una siepe.

(Antonia Pozzi)

Io son settembre

Io son settembre, il mese cortese,
ai poverelli rifaccio le spese;
bagno le botti, porto le mele,
i fichi, l'uva ed ogni piacere.
Io porto chiacchiere alle lunghe veglie,
di starne e lodole riempio le teglie;
onoro l'angelo Michele e Maria,
e parto il giorno di santa Sofia.

(Diego Fabbri)

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