La transizione ecologica e sostenibile è quel passaggio che oggi è più che mai necessario, per rendere la nostra società più green, nel rispetto del pianeta e delle sue risorse, oltre che delle generazioni future. Più facile a dirsi, che a farsi, dal momento che tale cambiamento implica decisioni importanti da prendere, un grande dispendio di soldi e di investimenti, tecnologie adatte ad assecondare questa volontà di cambiare il nostro modo di vivere. Quando la transizione ecologica è disordinata avviene l'esatto contrario di quello che si spera di ottenere.
La transizione disordinata è il frutto di tutte quelle azioni che, almeno sulla carta, sono volte a salvare il pianeta, contenendo i disastri della crisi ecologica, ma in realtà non hanno una cabina di reagia per rendere armoniosa l'applicazione dei cambiamenti necessari per salvaguardare le risorse terrestri e proteggere la vita sulla terra.
La Banca centrale europea ha condotto, poco tempo fa, un'analisi sull'impatto del cambiamento climatico, proponendo tre possibili scenari:
- una transizione ordinata, che porterà l'umanità a un'economica verde, sostenibile, equa
- una transizione disordinata, provocata da una risposta ritardata, improvvisata, non ponderata agli effetti dei cambiamenti climatici
- una società nella quale vengono adottate politiche verdi non idonee allo scopo per cui sono pensate, ma che, anzi, portano a rischi fisici estremi
Lo scenario peggiore è, ovviamente, quello in cui non vengono date risposte a chi a gran voce chiede interventi risolutivi contro il climate change. La transizione disordinata è quella in cui le autorità e i grandi della terra non sono in grado di rimanere al passo con i cambiamenti climatici, arrivando a compensare anni di politiche disattese quando ormai potrebbe essere troppo tardi. Neanche a dirlo, lo scenario migliore è quello di una transizione ordinata, per abbracciare il prima possibile un’economia che sia davvero verde. Così da lasciare in eredità alle generazioni future un pianeta veramente vivibile.
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