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Le creme solari fanno male all'ambiente?

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Le creme solari che mettiamo sulla pelle possono inquinare?

Ogni estate ci ricordiamo di acquistare la crema solare migliore per proteggerci dai raggi nocivi del sole. Ci soffermiamo mai a valutare quanto sia sostenibile il prodotto che abbiamo messo nel beauty delle vacanze in spiaggia o in quello per una giornata in piscina? Le creme solari, purtroppo, fanno male all'ambiente. Non tutte, ovviamente. Per questo diventa fondamentale leggere con cura gli ingredienti e scegliere la protezione meno dannosa per noi e per la Terra.

Sono tanti gli studi condotti da esperti che hanno testato molti filtri solari ad alta protezione, destinati ai bambini e agli adulti, anche per quello che riguarda l'impatto ambientale. Se dal punto di vista della salute bisogna essere cauti di fronte a diverse sostanze (come Avobenzone, Oxybenzone, Octocrylene, Ecamsule, homosalate, octisalate, octinoxate, profumi e sostanze allergizzanti), bisogna anche prestare attenzione ai problemi che potrebbero comportare a livello ambientale. Molti filtri solari sono risultati anche dannosi per il nostro pianeta.

Ci sono ricerche che hanno dimostrato che nelle zone costiere e balneari con una concentrazione alta di filtri solari nelle acque si possono verificare danni molto importanti, anche nel lungo termine. Secondo la Unwto (World tourist organization), nei mari tropicali vengono rilasciate dalle 6mila alle 14mila tonnellate di creme l’anno, che possono raggiungere facilmente le già indebolite barriere coralline. Nel Mediterraneo non ci sono dati così precisi, anche se uno studio dell’Università di Cantabria aveva scoperto un aumento del livello di alcuni metalli nelle acque, alla fine di giornate in cui i bagnanti avevano affollato una spiaggia spagnola.

Le creme solari possono essere un problema per:

  • microalghe e microrganismi che costituiscono il fitoplancton e che sarebbero a rischio
  • i coralli che vengono irrimediabilmente danneggiati
  • gli organismi marini, come i pesci, perché potrebbero verificarsi problemi a livello endocrino con conseguenti squilibri ormonali

In questo caso, riflettori puntati su sostanze come l’oxybenzone, l’octinoxate, la canfora di 4-metilbenzilidene e l’octocrylene. Alcuni studi sottolineano che bisognerebbe prestare attenzione anche a filtri fisici come l’ossido di zinco e il biossido di titanio ma solo se in forma di nanoparticelle.

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