Il turismo degli slum è essenzialmente quando le persone visitano gli slum – o, più in generale, le aree colpite dalla povertà – come forma di turismo. È stato anche definito turismo del ghetto e turismo della povertà. In " Theorizing Slum Tourism ", i ricercatori Eveline Dürr e Rivke Jaffe descrivono il turismo degli slum come segue:
"Il turismo degli slum implica la trasformazione della povertà, dello squallore e della violenza in un prodotto turistico. Facendo leva sia sull’altruismo che sul voyeurismo, questa forma di turismo è un fenomeno complesso che solleva varie questioni riguardanti il potere, la disuguaglianza e la soggettività".
É beneficenza?
Alcune persone si dedicano al turismo di beneficenza, visitando baraccopoli o aree ad alta povertà con l'intenzione di "migliorare le cose". Esistono delle organizzazioni che raccolgono fondi: il viaggio costa ovviamente di più, ma i soldi vengono investiti nel sociale. Lo scopo del turismo delle baraccopoli è, però, quasi semore offrire ai turisti l’opportunità di vedere le aree “non turistiche” di un paese o di una città.
I turisti moderni vogliono un’esperienza autentica, non le zone turistiche imbiancate che erano così popolari negli anni ’80. Il turismo degli slum soddisfa questo desiderio, offrendo uno sguardo sul mondo al di là della propria esperienza personale.
É, dunque, una medaglia che ha più facce: c’è chi vuole l’autenticità, chi ci vuole guadagnare, chi ha bisogno di farsi vedere nella speranza davvero di cambiare la propria condizione e chi vuole fare del bene. In questo quadro, subentra però un problema sicurezza importante. Non solo perché le zone molto povere possono essere anche pericolose, ma perché spesso sono le organizzazioni che sfruttano per questioni di lucro le popolazioni locali, che in questo caso hanno già davvero poco.
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