PSICOLOGIA

Sorridi di rabbia!

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Quante volte avresti voluto mandare al diavolo qualcuno, cantargliele di santa ragione o dargli un bel pugno sul naso per sfogare la tua ira?

Basta un niente, in certe situazioni di stress o di stanchezza, per far salire la rabbia in un attimo, una rabbia che acceca e che però si è spesso costretti a dominare, a ricacciare indietro. Così vuole la convenienza, l'educazione, il rispetto dei ruoli sociali, la nostra stessa ragione che valuta le conseguenze possibili e ci frena in tempo, prima ancora che riusciamo ad aprire bocca. Ma trattenere la collera nel petto e aspettare che passi senza sfogarsi può essere dannoso alla salute e quanto meno ci fa vivere peggio, rovinandoci le giornate.

Secondo lo psicologo californiano Robert E. Puff, la rabbia è una ferita e in quanto tale non va trascurata. Fare come se non ci fosse può costare caro perché il malessere può propagarsi e dare vita ad un'intera serie di disturbi fisici più o meno importanti. La rabbia repressa, cioè, come tutte le emozioni frustrate, tende a somatizzarsi andando a colpire l'organo più debole in quel momento. I sintomi psicosomatici più comuni ad essa correlati sono gastriti, cefalee, coliti e persino dermatiti ed orticarie. Alla radice c'è comunque una mancanza di autostima, un io dall'equilibrio fragile. Basta imparare ad essere meno dipendenti dal giudizio altrui, più consapevoli del proprio valore e riuscire a far valere il proprio punto di vista per arrabbiarsi di meno e non nutrire collera. Più facile a dirsi che a farsi, ma va comunque fatto un tentativo, se si vuole sfuggire dalla morsa dell'ira cronicizzata, quella più pericolosa per la salute.

Per tutte le altre situazioni, invece, in cui l'ira scaturisce all'improvviso da situazioni che si pongono al di fuori del nostro controllo e che per questo generano in noi una sensazione di impotenza, esistono delle tecniche che consentono di sfogarsi senza rischiare di venire querelati. Basta seguire queste utili ed efficacissime regole suggerite dal dottor Puff.

  • Scarica la tua aggressività picchiando per finta. O meglio picchiando per davvero con pugni, calci, ceffoni e quant'altro, non il reale oggetto del tuo odio momentaneo, ma un bersaglio sostitutivo. Vanno benissimo allo scopo i pelouche, i cuscini, le poltrone e i divani di casa. In alternativa, un ottimo modo per dare libero sfogo alla rabbia è quello di scagliare oggetti: andare al parco e lanciare sassi nel laghetto, con la mente rivolta alla causa della propria ira, è l'ideale. Anche tirare le freccette, se si ha un bersaglio in casa, è un buon metodo per sfogarsi.
  • Sorridi al volante. Se a scatenare la tua ira è qualche guidatore sbadato o scorretto che ti obbliga ad una brusca frenata o ti soffia il parcheggio, al momento sorridigli! Subito dopo, con i finestrini chiusi, in modo che nessuno ti senta, digliene di tutti i colori ad alta voce.
  • Tendi i tuoi muscoli. Questa tecnica è perfetta se sei in pubblico, come sul luogo di lavoro, in fila alle poste o al supermercato, al cinema o al bar. Per scaricare la rabbia devi eseguire un esercizio isometrico, cioè contraendo un muscolo, senza fare il movimento corrispondente con l'arto. Per esempio puoi premere le mani una contro l'altra davanti al torace, oppure pressare un piede contro il pavimento o contrarre una massa muscolare come quella della coscia o del braccio. Esiste anche una tecnica detta handsqueezing che devia la collera sulle mani: distendi le dita e poi chiudile a pugno estendendo e flettendo lentamente la mano sull'avambraccio.
  • Urla. Gridare a squarciagola aiuta moltissimo per abbassare la rabbia. Lo puoi fare tranquillamente mentre sei alla guida, tenendo i finestrini chiusi, meglio ancora se stai correndo in autostrada. A casa, invece, puoi soffocare le tue grida liberatorie con dei cuscini. Occasioni da non perdere sono poi i concerti rock, le serate in discoteca, le partite di calcio allo stadio, che rappresentano altrettanti luoghi dove è consentito gridare senza passare per folli.

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