SALUTE

Come funzionano le liste d'attesa in ospedale? E perché son così lunghe?

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Tutto quello che dobbiamo sapere sulle liste d'attesa in ospedale

Prenotare una visita con il Sistema Sanitario Nazionale può essere davvero molto complicato. Già prendere la linea con i centri di prenotazione è difficile, mentre se si sceglie di andare di persona bisogna mettere in conto lunghe file. Talvolta può capitare di non trovare posto o di trovarlo in luoghi per noi inaccessibili. Capita anche che non siano disponibili nemmeno le agende con le date. Come funzionano le liste d'attesa in ospedale e perché son così lunghe?

Prenotare una visita medica, un esame diagnostico, un semplice controllo può diventare un'odissea. Si va da liste di attesa di qualche mese, fino a elenchi che rimandano all'anno successivo. Tante le associazioni in difesa dei consumatori e dei diritti dei cittadini che hanno eseguito sondaggi e ricerche per capire i reali tempi che dobbiamo aspettare per eseguire la prestazione prescritta. Anche quando il medico di base indica una priorità (U per urgente, B per breve, D per differibile e P per programmata), questa non viene rispettata.

Le liste d'attesa diventano lunghe perché tanti pazienti chiedono quella prestazione, ma le disponibilità degli ospedali sono sempre meno. I tagli alla Sanità vedono questa come conseguenza inevitabile. Dobbiamo anche tenere in considerazione che l'offerta sanitaria non è uguale in tutto il paese, gli ospedali, anche per carenza di personale, non sempre sono organizzati al meglio e il sistema non è infallibile.

Il risultato è che spesso nemmeno nei centri privati convenzionati si trovano posti liberi per prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale, anche se sono organizzati diversamente dagli ospedali pubblici. Chi può permetterselo, procede privatamente. Mentre chi non può, visti anche gli elevati costi, o attende una risposta dal Cup, sperando che arrivi in breve tempo e in ospedali non troppo inaccessibili, o semplicemente rinuncia a farsi visitare. Una scelta purtroppo obbligata, che potrebbe avere, però, risvolti negativi sulla salute delle persone.

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