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Vitamina D: nuove linee guida in caso di carenza

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Tutto quello che dobbiamo sapere sulla vitamina D

La Vitamina D è molto importante per la salute e il benessere dell'organismo. Una carenza potrebbe causare problemi davvero molto gravi, che non bisogna sottovalutare. Per questo è sempre bene fare in modo di evitare questa situazione, monitorando insieme al medico curante i livelli di Vitamina D nel corpo. Quali sono le linee guida espresse da esperti e ricercatori in caso di carenza di Vitamina D?

Secondo il nuovo studio Consensus Statement on Vitamin D Status Assesment and Supplementation: Whys, Whens and Hows, pubblicato sulla rivista Endocrine Rewiews, ci sono soggetti che dovrebbero maggiormente controllare i livelli di Vitamina D. Si tratta delle persone anziane, in sovrappeso o con osteoporosi, ma anche pazienti in cura con farmaci che potrebbero ostacolare il corretto assorbimento della Vitamina D. Queste categorie dovrebbe sottoporsi spesso ad analisi del dosaggio ematico, così da individuare la giusta integrazione vitaminica, ove necessaria.

Le nuove linee guida sostengono che:

  • gli integratori migliori sono quelli per via orale
  • la somministrazione parenterale con iniezione deve essere riservata a casi clinici speciali
  • il miglior integratore è il colecalciferolo (Vitamina D3), anche perché è facile da monitorare
  • calcifediolo e calcitriolo si usano solo in casi particolari, su indicazione esclusiva del medico curante

La somministrazione giornaliera è quella che funziona meglio, anche se in alcuni casi si può ricorrere a somministrazioni mensili. Queste indicazioni sono molto importanti, perché sappiamo che una carenza di vitamina D ha molte ripercussioni sul nostro organismo: riduce l'assorbimento di calcio, provoca iperparatiroidismo, causa perdita ossea, pone gli anziani a maggior rischio di fratture.

Infine, è bene ricordarsi che la Vitamina D è prodotta per il 90% dall'esposizione ai raggi solari della pelle e che è naturale che nei soggetti più anziani la produzione tramite epidermide sia ridotta. Il restante 10% della produzione di vitamina D arriva dall'alimentazione e in particolare da pesce, uova, formaggi, burro, funghi.

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