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Piccoli cuochi, piccole buone forchette
Metti in conto una cucina un poco più sporca e i suoi vestitini da buttare in lavatrice all’istante... ma a parte questi piccoli incidenti di percorso coinvolgere il tuo bambino in cucina è un’idea che ti riserverà solo piacevoli sorprese! Già a partire dai 3 anni infatti tuo figlio può “aiutarti” ai fornelli per esempio impastando, un’attività che gli permette di sentirsi protagonista e di fare un lavoro manuale: le ricette più papabili diventano quindi polpette, gnocchi, pizza, torte e ripieni di vario tipo.
I valori aggiunti di questa esperienza insieme in cucina sono molti. Innanzitutto pare che chi cucina tenda ad avere un’alimentazione più sana e corretta, e questo vale anche per i più piccoli. Cucinare con mamma ha infatti un grande valore didattico: tuo figlio può imparare quali ingredienti fanno bene e quali no, tenere a mente quei cibi che ha utilizzato e registrarli tra i cibi “buoni” poiché legati a un’esperienza positiva. La conoscenza dei cibi insomma favorisce una corretta alimentazione, fornisce un’alternativa anche “mentale” alla merendina confezionata, che perde di appeal nel confronto con una torta che il piccolo ha preparato con le proprie mani, divertendosi un mondo.
Via libera alla fantasia!
Quanto è importante che un piatto si presenti bene per poter risultare appetitoso? Molto per un adulto, moltissimo per un bambino. E dal momento che spesso i gusti dei genitori non corrispondono a quelli dei figli in questa occasione si può lasciare che i bambini compongano o decorino i piatti secondo il loro senso estetico: il che di solito significa lasciargli creare piatti coloratissimi... e questo potrebbe voler dire pieni di frutta e verdura, eventualità che alla mamma non dispiace di sicuro.
Può anche essere un’occasione per capire che cosa il bambino preferisca, a seconda di che cosa “usa”. Per tutti quei bambini che hanno difficoltà a mangiare e a stare a tavola questo può essere un ottimo modo di familiarizzare con il cibo: gustare i propri piatti li dovrebbe coinvolgere di più che non “subire” qualcosa di preparato da qualcun altro.
Lasciar sfogare la loro fantasia e creatività comunque non vuol dire anarchia totale! È bene dividere l’attività in un momento “creativo” e uno, precedente, durante il quale il piccolo è invitato a seguire la ricetta, capendo così che per ogni piatto esiste una preparazione specifica.
Nuovi sapori dal mondo
Far assaggiare ai bambini qualcosa di diverso dal solito menù è spesso un’impresa ardua. Uscire dal triangolo “pasta-pizza-patatine fritte” sembra a volte impossibile. Ma per lo stesso motivo a cui accennavamo più sopra, ovvero che il bambino viene coinvolto nella preparazione e si rende conto di che cosa andrà a mangiare, è possibile portare in tavola qualcosa di davvero nuovo.
E allora perché non provare qualcosa di esotico? Un piatto etnico, ad esempio, che sia veicolo di una cultura diversa. Mentre preparate insieme un piatto cinese raccontate al piccolo una storia relativa al paese di cui state parlando, alle sue abitudini: la narrazione unita all’esperienza sensoriale sarà un ottimo sistema per educare il bambino all’interculturalità, per fargli associare un sapore nuovo a una nuova suggestione.
L’assaggio di qualcosa di diverso dal solito non è più vissuto come un’imposizione dall’alto e anzi allena a provare nuovi sapori, che è un atteggiamento mentale, un esercizio di creatività e di apertura al mondo che è bene fare fin da piccoli.
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