Le contrazioni
Sono il segnale più evidente dell'inizio del parto. Servono per preparare il collo dell'utero al passaggio del bambino, e hanno delle caratteristiche precise. Inizialmente si presentano ogni venti minuti, poi ogni quarto d'ora, per poi passare a ogni dieci e infine a cinque minuti.
Il travaglio
Inizia quando il collo dell'utero comincia a dilatarsi, dopo essersi ammorbidito e assottigliato. Affinché il bambino possa nascere la dilatazione deve essere massima, raggiungere cioè all'incirca i dieci centimetri. Nella fase del travaglio in genere la mamma può assumere la posizione che più gradisce e che la fa soffrire di meno. Può stare in piedi, camminare, sdraiarsi, sedersi.
La fase espulsiva
A dilatazione completa del collo dell'utero, comincia la fase espulsiva. Inizialmente la testa del bebè tende a scendere nel canale del parto e, ruotando leggermente, a disporsi nel modo migliore per uscire. Quando invece la testa del piccolo è scesa verso l'uscita del canale del parto a pochi centimetri dietro l'ingresso della vagina, vuol dire che inizia la fase espulsiva vera e propria.
Il secondamento
Dopo la nascita del piccolo la mamma deve restare ancora qualche tempo in sala parto, seguita dall'ostetrica, per attendere il secondamento, cioè l'espulsione della placenta. Dopo il parto l'utero della mamma ricomincia a contrarsi e inizia a ridursi per ritornare alle sue dimensioni originarie: è grazie a questi movimenti muscolari che nel giro di un'ora circa la placenta si stacca dalle pareti uterine e viene espulsa. A questo punto la fatica del parto è conclusa. Ora si tratta solo di cominciare una nuova vita.
(Fonte, www.guidagenitori.it)
Condividi