Fare una corretta raccolta differenziata è fondamentale, per aiutare il pianeta a non morire sotto una mole di rifiuti che a lungo andare potrebbe soffocarlo. Spesso, però, abbiamo dei dubbi su dove si devono gettare certe cose, perché non sappiamo con certezza di quale materiale questi rifiuti sono composti. Ad esempio, tu lo sai dove si buttano gli scontrini, dopo che siamo tornati a casa da fare la spesa e se non ci servono come garanzia per gli acquisti fatti?
Quando si parla di smaltimento di scontrini commerciali la confusione regna sovrana. Ma in realtà è semplice e anche preoccupante. Purtroppo gli scontrini non si possono buttare nella carta, per il materiale con cui sono fatti. Vanno buttati nella raccolta indifferenziata, nel secco. E calcolando la mole di scontrini fiscali che tutti noi gettiamo via ogni giorno quando svuotiamo il portafoglio, si può capire perché molti attivisti per l'ambiente chiedono soluzioni più green.
Ma perché gli scontrini non si possono riciclare? Perché la maggior parte di questi documenti fiscali è realizzata con carta chimica, come la carta carbone, o in carta termica, che contengono al loro interno molte sostanze chimiche diverse che non si possono riciclare insieme nella carta. Gli scontrini fiscali purtroppo vanno gettati nel bidone della raccolta indifferenziata perché non possono essere riciclati, perché sono composti da sostanze tossiche che non si possono recuperare (come i bisfenoli).
Per fortuna esistono anche scontrini, pochi in realtà, realizzati su carta riciclata: le fatture, le ricevute e gli scontrini stampati dalla stampante tradizionale possono andare nella carta. Tutti gli altri non sono assolutamente riciclabili e bisogna prestare la massima attenzione, per non rovinare tutti gli sforzi che ogni cittadino e ogni Comune italiano stanno facendo per raggiungere una quota di raccolta differenziata sempre maggiore.
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