Molto spesso i nostri figli lamentano di non mangiare bene a scuola. Talvolta si tratta solo di gusti personali e di abitudini che variano da situazione a situazione. In altri casi, invece, questo è un sentimento diffuso che non deve essere preso sottogamba. Mangiare in modo sano, a casa come a scuola, dovrebbe essere il diritto di ogni bambino. Come fare per controllare che questo diritto sia garantito? Esiste un modo: scopriamo insieme a cosa serve e come si crea il comitato dei genitori per la mensa scolastica.
In caso di mensa scolastica per le scuole dell'infanzia, primaria o persino di secondaria di primo grado, di solito le soluzioni adottate sono due: un servizio di refezione scolastica con appalto esterno a mense che servono già altre strutture o, più raramente, una mensa interna. In entrambi i casi è sempre bene vigilare non solo che vengano rispettati i piani alimentari dei nutrizionisti dell'Asl di competenza, che di solito propongono i menu settimanali, ma anche sulla qualità dei prodotti serviti e sull'osservanza delle norme igieniche. A questo e ad altro serve il comitato dei genitori per la mensa scolastica.
Viene eletto, nominando un numero variabile di genitori con figli frequentanti la scuola, per lavorare insieme all'Amministrazione Comunale e alla dirigenza scolastica per garantire la qualità del servizio di mensa scolastica. Di solito al comitato mensa partecipano un rappresentante del Comune, un rappresentante dell'Istituto Scolastico, tre rappresentanti degli insegnanti per le scuole di tutti i gradi presenti, cinque rappresentanti dei genitori (che di solito sono anche i rappresentanti di classe).
La commissione va approvata e nominata dalla Giunta comunale e resta in carico per un anno scolastico. In seguito si fanno altre nomine ad ogni avvio di anno scolastico. Il comitato può chiedere chiarimenti e verificare che tutto sia regolare, ma anche chiedere di poter assaggiare quello che viene dato da mangiare ai bimbi.
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