Quando scopriamo i pidocchi nei capelli dei nostri figli, dopo un attimo di panico e di scoraggiamento, iniziamo a fare tutto quello che è in nostro potere per eliminare dalle loro chiome questi parassiti. Ovviamente, è più facile a dirsi che a farsi. I pidocchi, infatti, sono altamente resistenti e il contagio da persona a persona, per contatto diretto o attraverso effetti personali condivisi, è davvero alto. In caso di pidocchi nei bambini, quando possiamo rimandarli a scuola?
Innanzitutto, è bene comprendere che è fondamentale non mandare i bimbi a scuola non appena ci si accorge dei pidocchi. Se notiamo che i nostri figli si grattano in testa più del dovuto e se vediamo dei piccoli pallini bianchi tra i capelli (sono le lendini, le uova dei pidocchi), è bene passare un pettinino per valutare la situazione. La stessa procedura sarebbe da eseguire anche ogni volta che da scuola arriva la circolare che annuncia casi di pediculosi: meglio controllare subito.
Se si ha un'infestazione da pidocchi, bisogna seguire le indicazioni di trattamento riportate dall'Asl. Purtroppo i prodotti venduti per la prevenzione non sono così efficaci. In caso, invece, di presenza di parassiti nei capelli, è bene fare uno shampoo con prodotti specifici e risciacquare con acqua calda e aceto. Dopo il trattamento, bisogna passare nuovamente il pettinino tra i capelli e rimuovere le lendini eventualmente rimaste. Dopo otto giorni, è bene sempre ripetere il trattamento, perché eventuali uova non schiuse potrebbero essere rimaste attaccate ai capelli.
Secondo quanto riportato dal Ministero della Salute, la riammissione a scuola è possibile solo dopo un trattamento adeguato. Andrebbe anche presentato un certificato medico che attesti che il bambino può tornare in classe. Ovviamente, è sempre bene avvertire la scuola dell'avvenuto contagio: sarà garantito l'anonimato, ma almeno le altre famiglie potranno correre ai ripari. Come è importante far tornare il bimbo a scuola quando si è certi che non ci sono più pidocchi.
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