Sempre più istituti scolastici scelgono questa via, per risparmiare un po' e per far riposare i bambini e i ragazzi, destinando più tempo alla famiglia o alle attività extrascolastiche. In merito alla settimana corta a scuola, quali sono le ragioni del sì e quali quelle del no? Quali sono i pro e i contro di avere un orario scolastico ridotto dal lunedì al venerdì, con più ore giornaliere e magari anche i rientri?
L'adozione della settimana corta a scuola è un tema sempre più discusso, tra chi è favorevole e chi è contro. Tante le figure coinvolte: dai dirigenti scolastici agli insegnanti, passando anche per il personale ATA, ma anche studenti e famiglie. L'orario scolastico settimanale non si svolgerebbe più sei giorni su sette, ma cinque giorni su sette nelle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado. In pratica non si va a scuola il sabato, come succede per chi fa il tempo pieno dalle 8 del mattino alle 16 del pomeriggio, con mensa compresa.
Ovviamente, come per ogni decisione presa, ci sono dei pro e i contro. I vantaggi sono:
- un giorno di riposo in più durante la settimana
- più tempo libero da passare con famigliari e amici
- più tempo da dedicare agli hobby
- possibilità per docenti e personale ATA fuori sede di tornare a casa per qualche giorno
- risparmio per le scuole per quello che riguarda le bollette di luce, gas e acqua
- minor traffico per le strade (e minor inquinamento)
I contro, però, sono da considerare:
- l'orario scolastico quotidiano diventa più pesante, con almeno sei ore
- necessità di una mensa interna o di un servizio di mensa esterno, per garantire un pasto caldo
- in alternativa, rientro a scuola nel pomeriggio che necessita però di trasporto pubblico
- meno ore a disposizione durante le giornate con rientro per dedicarsi ad attività extrascolastiche
- difficoltà di gestione dei figli per chi lavora tutto il giorno e anche il sabato
- difficoltà per chi è pendolare se non c'è un trasporto pubblico adeguato
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