La privacy è un diritto sacrosanto di tutti quanti e andrebbe garantito anche a scuola. Da qui nasce spesso un dibattito tra ragazzi e famiglie da un lato e insegnanti dall'altro: i voti di ogni singolo studente possono essere detti dal professore a voce alta di fronte a tutta la classe oppure questa abitudine è una chiara violazione della privacy? Si tratta di una questione decisamente delicata.
I voti dovrebbero essere considerati come dati personali delicati, che andrebbero dunque veicolati con la massima attenzione per non creare problemi agli studenti. Non esiste però un divieto che impone ai professori di non dire a voce alta a tutti quanto ha preso in un'interrogazione o in una verifica ogni singolo ragazzo. Anzi, secondo quanto detto dal Garante e riportato anche sul sito del Ministero dell'Istruzione e del Merito i voti devono essere pubblici, per ragioni di trasparenza, e devono essere dati subito (non oltre i 10-15 giorni per un compito in classe e subito dopo il colloquio orale per l'interrogazione).
Proprio nel rispetto della trasparenza le valutazioni andrebbero rese note in classe, anche se sempre più spesso i docenti preferiscono svelarle solo ai diretti interessati. Saranno poi loro, eventualmente, a farne comunicazione ai compagni, cosa che accade sempre: dopo interrogazioni e compiti in classe i ragazzi sono soliti scambiarsi informazioni proprio in merito, per capire chi è andato meglio o peggio e cosa si può migliorare.
Diversa, invece, a situazione online: i voti non possono essere comunicati online, perché si tratta di una comunicazione invasiva che rimane in rete praticamente per sempre. I voti potrebbero essere individuati da persone fuori dalla comunità scolastica e finire in mani sbagliate. In tal caso si assisterebbe a una chiara e netta violazione di riservatezza e della privacy degli studenti. Quindi mai pubblicare online voti o foto di compiti in classe, propri o di altri.
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