Il Gender Pay Gap è un fenomeno ancora ampiamente presente nel nostro Paese. Con questo termine inglese si fa riferimento al divario di genere per quello che riguarda i salari. Le donne solitamente portano a casa una busta paga più leggera rispetto a quella dei colleghi uomini, a parità di competenze, mansioni, esperienze, anzianità. Secondo i dati più recenti, le donne italiane guadagnano ancora il 30% in meno rispetto agli uomini.
Il divario di genere per quello che riguarda gli stipendi è davvero molto alto. La differenza di salario tra uomini e donne è evidente nei dati analizzati dagli esperti e supera il 30%. Praticamente in tutti i settori le donne guadagnano meno degli uomini. La retribuzione femminile più bassa in valore assoluto si trova nelle attività dei servizi di alloggio e ristorazione con 9.193 euro annui medi pro capite e un gap retributivo del 20,3%. Nelle attività immobiliari il divario assoluto è più intenso (-41,7%, 19.179 euro di retribuzione media annua contro 32.884). Seguono le professioni scientifiche e tecniche (-35,9% e 21.520 euro anziché 33.557) e le attività finanziarie e assicurative (-33,8% e 41.351 contro a 62.438).
Solo nel settore pubblico le cose vanno un po' meglio, anche se il gap esiste ugualmente: si attesta, però, intorno al 16,6%. Nella sanità e nelle università o negli enti di ricerca il divario è intorno al 19% e nelle amministrazioni locali intorno ai 12 punti, mentre solo nella scuola le lavoratrici guadagnano il 2% in più rispetto ai lavoratori (24.719 euro contro 24.247).
Purtroppo il gap riguarda anche il tasso di occupazione. Il distacco è il più alto a livello europeo e si attesta intorno ai 18,1 punti (il 52,8% di donne occupate contro il 70,9% degli uomini, secondo i dati Istat di febbraio). Nel 2023 la fascia di inattivi (coloro che non cercano il lavoro per motivi famigliari) era composta a larga maggioranza da donne: il 85,6% del totale (3,32 milioni donne contro 152mila uomini).
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