Che cos’è il pyt danese? Che cosa significa? Di recente, la parola è stata votata dagli stessi danesi come la più popolare e si aggiunge agli altri termini arrivati dall’Europa del Nord, come hygge e friluftsliv, per un vocabolario che invita a uno stile di vita improntato alla positività. Addirittura, in Danimarca, ci sono i pulsanti pyt che vengono anche usati nelle scuole.
In un articolo pubblicato sul sito del World Economic Forum, in collaborazione con The Conversation, Marie Helweg-Larsen, professoressa di psicologia al Dickinson College, fa un quadro su questa parola e su quello che significa, a livello semantico e a livello psicologico.
Si tratta di una «interiezione», detta «in reazione a una seccatura, frustrazione o errore quotidiano». La professoressa la accosta alle espressioni inglesi “Don’t worry about it,”, "Non preoccuparti", “stuff happens”, “le cose accadono, capitano” oppure “oh, well”, “bene”.
Insomma, a voler tradurre in italiano l’espressione danese “pyt”, potremmo dire che vuol dire qualcosa come “pazienza” oppure “non importa”, “succede”, “fregatene”: delle varianti per ricordare a noi stessi e agli altri di prenderla con filosofia, di fronte ai piccoli incidenti come «rompere un bicchiere in cucina», lo stress quotidiano, un comportamento che ci irrita o magari anche al lavoro.
Sul piano psicologico, la filosofia del pyt danese si può connettere con la felicità personale e la serenità nei rapporti con gli altri. La professoressa, infatti, evidenzia che «gli studi dimostrano che siamo più felici e viviamo più a lungo quando abbiamo meno problemi quotidiani» e che «Pyt può aiutare le persone ad evitare la tendenza a incolpare gli altri».
Ma attenzione a non abusarne. Dire “pyt” non vuol dire rassegnarsi, fuggire di fronte alle responsabilità o far passare ogni comportamento.
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