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La recente carenza di precipitazioni nel Nord Italia, unita ad una temperatura fino a due gradi più alta della media stagionale, ha riportato il problema della siccità nel dibattito pubblico dopo molto tempo. La percezione della gravità del problema è legata ai più ampi timori sul surriscaldamento globale. Il fenomeno non è presente solo in Italia e può avere gravi ripercussioni sulla salute, l'agricoltura, l'economia, l'energia e l'ambiente.
La siccità: cos’è
La siccità è un periodo di carenza prolungata di acqua, a causa di una riduzione delle precipitazioni. Può verificarsi in qualsiasi parte del mondo e può durare settimane, mesi o addirittura anni. Può essere causa di carestie alimentari, soprattutto nelle aree meno sviluppate del pianeta.
Gli ultimi dati disponibili mostrano un trend di crescita del fenomeno. L’11 maggio scorso è stato pubblicato l’ultimo rapporto Drought in Numbers dell’UNCCD (United Nations Convention to Combat Desertification), da cui risulta che la siccità sta aumentando in tutto il globo: dal 2000 ad oggi la durata e il numero dei fenomeni di siccità sono aumentati del 29% rispetto ai vent’anni precedenti, colpendo circa 55 milioni di persone ogni anno.
Entro il 2050, le zone aride potrebbero coprire tra il 50% e il 60% di tutta la superficie terrestre, includendo anche molte zone dell’Italia.
Secondo l’ONU oltre 700 milioni di persone rischiano di essere sfollate a causa della siccità entro il 2030.
La siccità: le cause
Periodi di siccità si sono sempre verificati in molte zone della Terra, ma negli ultimi anni la percezione delle popolazioni è che il fenomeno si stia presentando con maggiore frequenza, a causa del surriscaldamento globale. Il timore è che l’aumento della temperatura media del pianeta, causato dai cambiamenti climatici indotti dall’attività dell’uomo, sia la principale causa della siccità. I periodi di scarse precipitazioni non sembrano limitati al solo periodo estivo, ma anche agli inverni, che diventano sempre più caldi e secchi. Con l’aumento della temperatura l’acqua evapora più rapidamente e le falde acquifere si impoveriscono, mentre i ghiacciai si riducono, facendo calare il livello dei bacini artificiali e dei laghi. Inverni secchi lasciano poca neve in montagna e questo limita l’apporto di acqua nelle falde in primavera. A queste cause naturali si sommano poi i problemi legati alle reti idriche, spesso caratterizzate da elevate perdite, soprattutto per quanto riguarda gli acquedotti delle zone meno sviluppate, spesso privi della necessaria manutenzione. L’ISTAT registra che nel 2020 sono andati persi 41 metri cubi al giorno per km di rete nei capoluoghi di provincia, pari al 36,2% dell’acqua immessa in rete.
La siccità in Italia
In questi ultimi mesi anche l’Italia sta vivendo il problema della siccità. Il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, ha spiegato che abbiamo avuto il 40-50% di acqua piovuta in meno quest’anno rispetto alle medie degli ultimi anni, e fino al 70% di neve in meno.
Ma il problema esiste da tempo. Secondo l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), il valore annuo medio di risorsa idrica disponibile per l’ultimo trentennio 1991–2020 si è ridotto del 19% rispetto a quello relativo al trentennio 1921–1950.
Allarmi arrivano da molte zone del Paese, in particolare dal Nord che storicamente non ha quasi mai sofferto di mancanza d’acqua. Il Nord Italia è sempre stato percepito come una zona umida e ricca di precipitazioni: basti pensare alle risaie piemontesi e alle risorgive (sorgenti di acqua dolce) tipiche della pianura Padana.
Oggi siamo di fronte ad una situazione diametralmente opposta: montagne prive di nevai e con ghiacciai ridotti ai minimi storici, laghi e bacini ridotti all’osso, perfino il fiume Po appare in secca, come non lo era dal secondo dopoguerra.
La Coldiretti lombarda ha lanciato un vero e proprio allarme: nelle campagne lombarde gli agricoltori hanno iniziato a trinciare il mais in anticipo di circa un mese, per evitare di vedere seccare il raccolto. Già oggi si stimano cali di circa un terzo per le produzioni di orzo, frumento e riso, mentre le perdite per i foraggi si avvicinano ormai al 50%, così come il calo stimato per le rese nei raccolti di mais. Nelle stalle le mucche stanno producendo fino al 20% in meno di latte, ma siccità e caldo minacciano anche le mandrie che risalgono verso i pascoli di montagna in cerca di erba e temperature più fresche.
La siccità nel mondo
Ormai la siccità è un problema che riguarda l’intero globo. Secondo le stime delle Nazioni Unite, di questo passo i 3,6 miliardi di persone che oggi vivono in aree con scarsità d'acqua per almeno un mese all’anno, diventeranno 4,8 miliardi entro il 2050. E ad ogni aumento di un grado della temperatura media globale corrisponde una riduzione delle rese agricole: grano -6%, riso -3% e mais -7%. Secondo l’ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale), in Portogallo il maggio più caldo degli ultimi 92 anni ha causato una siccità severa nel 97% del paese. Perfino in California, patria delle tecnologie più avanzate, si raziona l’acqua perché i serbatoi si stanno esaurendo a causa della mancanza di precipitazioni in Sierra Nevada, dove ormai nevica sempre più raramente. Le popolazioni del Corno d’Africa, da sempre afflitte dalla siccità, vivono la situazione più grave degli ultimi decenni: sono finite le riserve d’acqua, decimato il bestiame e si è ridotta la disponibilità di cibo per il sostentamento.
La siccità: soluzioni possibili
I Comuni, gli altri enti territoriali e le organizzazioni ambientaliste come il WWF o Greenpeace indicano alcune soluzioni praticabili per ridurre gli impatti della siccità sulle popolazioni. Ad esempio, a livello territoriale, occorre controllare il funzionamento degli impianti idrici allo scopo di individuare eventuali perdite occulte. A livello industriale, si parla del riutilizzo delle acque reflue depurate dopo aver effettuato un trattamento di affinamento. In agricoltura, invece, servirebbe sviluppare colture a minor fabbisogno d’acqua e ripensare il sistema degli allevamenti intensivi che, oltre ad avere impatti importanti sul clima, consuma oltre un terzo di tutta l’acqua usata dal settore agricolo.
Coldiretti e ANBI (Ass. Naz. Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti Fondiari) suggeriscono la realizzazione di un Piano di invasi, un sistema di bacini per raccogliere una maggior quantità di acqua piovana per garantire l'acqua per i cittadini e le colture e creare un progetto di energia pulita e rinnovabile.
Buone pratiche contro la siccità
Anche noi possiamo contribuire e dare il nostro apporto per gestire l’acqua in maniera sostenibile. Serve un cambio di rotta nelle nostre azioni quotidiane impegnandoci a non sprecare acqua e facendone un uso consapevole. Ecco alcuni consigli da mettere in pratica per salvaguardare uno dei beni più preziosi del Pianeta:
- Riparare eventuali perdite d’acqua casalinghe,
- Organizzare lo scarico del wc con doppio pulsante con differenti quantità di acqua,
- Usare la doccia che prevede un consumo medio di 50 litri di acqua invece della vasca che ne prevede almeno il doppio,
- Lavare frutta, ortaggi e verdure in un recipiente pieno d’acqua e non sotto l’acqua corrente,
- Recuperare l’acqua piovana per innaffiare,
- Usare gli elettrodomestici a pieno carico,
- Inserire nei rubinetti i dispositivi che limitano il flusso dell’acqua,
- Fare attenzione a ciò che si mangia: ogni tipologia di alimento ha un suo costo in termini di acqua chiamato ‘impronta idrica’.
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