I falò non sono solo un simbolo delle estati giovanili passati in riva al mare, sono una tradizione che può essere ripetuta più volte nel corso dell’anno. Gennaio, per esempio, è il mese dei falò di Sant’Antonio. Ma questi fuochi, anche quando sono controllati, fanno male all’ambiente?
I fuochi, tutti, anche quelli da campo possono, essere dannosi per l'ambiente, al punto da provocare il riscaldamento globale. Causano inquinamento atmosferico, incendi insostenibili e nel complesso rappresentano un grave rischio per l'ambiente, le persone e la fauna selvatica. Vediamo nel dettaglio:
Sono una fonte di inquinamento. La combustione del legno rilascia una quantità sorprendentemente elevate di composti come monossido di carbonio, anidride carbonica, ossidi di azoto, particolato di benzene e altri composti organici volatili (COV) potenzialmente tossici.
Fanno male a chi li apprezza. Anche le persone sedute accanto a un falò sono influenzate negativamente dallo stesso falò. L'inquinamento atmosferico potrebbe essere così intenso da causare infiammazioni agli occhi e alle vie respiratorie, scatenando attacchi di asma o enfisema.
Provocano incendi. I campeggi sono una delle ragioni principali per cui ci sono incendi incontrollati in tutto il mondo.
Potrebbero provocare l'erosione del suolo. Nelle aree in cui i campeggiatori accendono regolarmente fuochi, il legno morto viene raccolto in modo massiccio, gli ecosistemi locali ne risentono e l’erosione del diventa evidente.
Sfrattano la fauna selvatica. Alcuni falò sono accesi nelle foreste e nei boschi, che ospitano alcune specie di animali selvatici. Invadendo questi territori e costruendo fuochi da campo, questi animali devono allontanarsi, mettendo in pericolo se stessi e gli esseri umani in altre aree. Questi conflitti uomo-animale hanno portato alla perdita di proprietà, vite e molto altro.
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