La Terra è l'unico pianeta che abbiamo, la nostra unica casa. Dovremmo prenderci cura di lei e valutare, costantemente, quali sono le sue condizioni. A darci informazioni in merito a tutto questo ci pensano diversi enti e associazioni, come ad esempio il WWF che ha fatto un bilancio del 2024 per capire qual è lo stato di salute del pianeta Terra. Le cose non vanno come vorremmo.
Secondo l'associazione ambientalista italiana, infatti, il 2024 è stato uno degli anni più caldi a livello globale, con una temperatura media che ha raggiunto i 15,1%, con un valore superiore di 0,72 °C rispetto alla media 1991-2020. Tanti gli eventi estremi che hanno caratterizzato l'anno che ci siamo lasciati alle spalle: si è andati da siccità estrema a inondazioni devastanti.
A peggiorare un quadro già poco idilliaco, ci ha pensato anche la grande perdita di foresta tropicale sulla Terra. In Amazzonia il polmone verde della terra continua a bruciare, soprattutto in Bolivia. La biodiversità è a forte rischio: in 50 anni abbiamo visto le popolazioni di vertebrati ridursi in tutto il mondo, con una percentuale pari al 73%. Secondo il WWF le autorità, nonostante le belle parole e i buoni intenti, "hanno fallito di nuovo soprattutto sul fronte degli investimenti, visto che gli strumenti da attuare sono ormai ben noti".
Focus anche sull'Italia, dove le cose non vanno bene. L'associazione ricorda che il ministero dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste ha proposto un decreto che penalizza fortemente l'agricoltura biologica. Mentre a livello europeo abbiamo assistito all'estinzione del chiurlottello, un uccello che era presente anche in Italia. Il lupo, invece, è stato declassato da specie particolarmente protetta a solo specie protetta, mentre sulle montagne italiane si fa ancora i conti con la difficile convivenza tra orsi ed esseri umani.
Ci sono anche belle notizie. In Italia, ad esempio, è stata fermata la caccia al cervo in Abruzzo, mentre sono tanti i nidi di tartaruga marina Caretta caretta individuati lungo le nostre coste. Anche l'adozione del Regolamento Comunitario sul Ripristino della Natura (il Nature Restoration Law) è un ottimo passo in avanti nella salvaguardia del pianeta, così come la crescita delle rinnovabili: in Italia entro il 2025 chiuderanno tutte le centrali a carbone, tranne le due presenti in Sardegna che chiuderanno nel 2028.
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