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Cosa sono i fringe benefit e come funzionano

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Ne abbiamo sentito ampiamente parlare, ma cosa sono i fringe benefit?

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Ne abbiamo sentito parlare molto, ma sappiamo esattamente cosa sono i fringe benefit? Si tratta di "benefici" che sarebbero vantaggiosi sia per il dipendente sia per il datore di lavoro. Fanno parte dei cosiddetti "compensi in natura", che si calcolano a parte rispetto alla busta paga che riceviamo ogni giorno e che non sono solitamente erogati in denaro (anche se è possibile riceverli anche così), ma in beni e servizi che, comunque, compaiono sul cedolino finale. Scopriamo insieme cosa sono i fringe benefit, come funzionano e a chi spettano.

Cosa sono i fringe benefit

I fringe benefit sono i compensi dati dal datore di lavoro al dipendente oltre al netto che prende ogni mese in busta paga. Di solito sono beni e servizi ai quali il lavoratore ha libero accesso. I più famosi sono, ad esempio, l'auto aziendale, il computer portatile dell'ufficio, i buoni pasto, il bonus carburante, il telefonino aziendale. Dal 2024 rientrano nei fringe benefit anche altri "bonus" che riguardano, ad esempio, il pagamento delle bollette di acqua, luce e gas, delle spese per l'affitto, degli interessi per l'acquisto della prima casa, ma possono anche essere prestiti personali agevolati o borse di studio. Questi benefici accessori si affiancano alla normale retribuzione del dipendente.

Come funzionano

I fringe benefit, sia se sono erogati in forma di denaro sia se sono presentati come beni e servizi fruibili, sono vantaggiosi per il dipendente e per l'azienda: non concorrono a formare il reddito e, quindi, in busta paga, entro il tetto stabilito, non sono tassati. Mentre per il datore di lavoro si possono dedurre completamente. La legge di bilancio 2024 ha stabilito le soglie dei fringe benefit esentasse: si va dai 258,23 euro per ciascun periodo di imposta ai 2.000 euro per i dipendenti con figli a carico e ai 1.000 euro per tutti gli altri lavoratori dipendenti.

Non sono un diritto che spetta a tutti i dipendenti, però, dal momento che sono le aziende che decidono se e come erogarli. Possono anche decidere di concederli solo ad alcuni lavoratori e non ad altri.

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