FRASI E AUGURI

Poesie di Aldo Palazzeschi: 4 componimenti da rileggere a 50 anni dalla morte

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Una selezione di poesie di Aldo Palazzeschi

Indice dell'articolo

Aldo Palazzeschi, pseudonimo di Aldo Giurlani, nasce a Firenze nel 1885 e muore a Roma nel 1974. Esordisce come poeta crepuscolare, attraversa le avanguardie, in particolare il futurismo, approda alla narrativa.

Per i 50 anni dalla morte del poeta e scrittore, rileggiamo le poesie, di cui proponiamo una selezione di quattro componimenti.


Aldo Palazzeschi: le opere

  • I cavalli bianchi;
  • Lanterna;
  • Poemi;
  • L'incendiario;
  • Riflessi;
  • Il codice di Perelà;
  • Il re bello;
  • La piramide;
  • Sorelle Materassi;
  • Il palio dei buffi;
  • Il buffo integrale;
  • Due imperi... mancati;
  • Tre imperi... mancati.


Chi sono?

Son forse un poeta?
No, certo.
Non scrive che una parola, ben strana,
la penna dell’anima mia:
“follia”.
Son dunque un pittore?
Neanche.
Non ha che un colore
la tavolozza dell’anima mia:
“malinconia”.
Un musico, allora?
Nemmeno.
Non c’è che una nota
nella tastiera dell’anima mia:
“nostalgia”.
Son dunque... che cosa?
Io metto una lente
davanti al mio cuore
per farlo vedere alla gente.
Chi sono?
Il saltimbanco dell’anima mia.


Da Lasciatemi divertire

Tri tri tri,
fru fru fru,
uhi uhi uhi,
ihu ihu ihu.

Il poeta si diverte,
pazzamente,
smisuratamente.
Non lo state a insolentire,
lasciatelo divertire
poveretto,
queste piccole corbellerie
sono il suo diletto.

Cucù, rurù,
rurù cucù,
cuccuccurucù!

Cosa sono queste indecenze?
Queste strofe bisbetiche?
Licenze, licenze,
licenze poetiche.
Sono la mia passione.

Farafarafarafa,
Tarataratarata,
Paraparaparapa,
Laralaralarala!

Sapete cosa sono?
Sono robe avanzate,
non sono grullerie,
sono la… spazzatura
delle altre poesie.

Bubububu,
fufufufu,
Friù!
Friù!

Se d’un qualunque nesso
son prive,
perché le scrive
quel fesso

Bilobilobilobilobilo
blum!
Filofilofilofilofilo
flum!
Bilolù. Filolù.
U.

Non è vero che non voglion dire,
vogliono dire qualcosa.
Voglion dire…
come quando uno si mette a cantare
senza saper le parole.
Una cosa molto volgare.
Ebbene, così mi piace di fare.

(…)


La fontana malata

Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchete,
chchch…
È giù nel
cortile,
la povera
fontana
malata;
che spasimo!
sentirla
tossire.
Tossisce,
tossisce,
un poco
si tace,
di nuovo
tossisce.
Mia povera
fontana,
il male
che hai
il cuore
mi preme.
Si tace,
non getta
più nulla.
Si tace,
non s’ode
romore
di sorta,
che forse…
che forse
sia morta?
Orrore!
Ah! no.
Rieccola,
ancora
tossisce.
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchete,
chchch…
La tisi
l’uccide.
Dio santo,
quel suo
eterno
tossire
mi fa
morire,
un poco
va bene,
ma tanto!
Che lagno!
Ma Habel!
Vittoria!
Andate,
correte,
chiudete
la fonte,
mi uccide
quel suo
eterno
tossire!
Andate,
mettete
qualcosa
per farla
finire,
magari…
Magari
morire.
Madonna!
Gesù!
Non più!
Non più.
Mia povera
fontana,
col male
che hai,
finisci
vedrai,
che uccidi
me pure.
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchete,
chchch…


Il Battaglione di Malva

Sempre in armi alla difesa della propria terra
quei soldati sono pronti per la guerra,
sull'elmo c'hanno scritto: « Chi la salva? »

(Da CARICATURE)

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